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Mercoledì 19 Ottobre 2016
La Commissione esorta gli Stati membri a sostenere le proposte volte a rafforzare le difese europee contro le pratiche commerciali sleali

La Commissione adotta una comunicazione dal titolo "Verso una politica commerciale solida per l'UE nell'interesse della crescita e dell'occupazione". Oggi la Commissione ha invitato gli Stati membri a sostenere gli sforzi volti a fornire all'Unione europea strumenti di difesa commerciale aggiornati, rafforzati e più solidi. Malgrado la Commissione europea abbia fatto pieno ricorso agli strumenti di difesa commerciale a sua disposizione, essi sono risultati insufficienti a far fronte alle enormi sovraccapacità che danno luogo a esportazioni oggetto di dumping sul mercato dell'UE. L'UE è e intende restare il più grande partner commerciale al mondo. Il commercio deve tuttavia essere basato su condizioni eque. L'UE effettua il 15 % delle importazioni mondiali (trovandosi al secondo posto dopo gli Stati Uniti), ma le sue misure di difesa commerciale corrispondono soltanto al 7,8 % di quelle in vigore a livello mondiale e interessano solo lo 0,21 % delle importazioni. Nell'attuare misure volte a difendere l'occupazione sul proprio territorio, nessun partner commerciale esercita un analogo livello di autolimitazione, a causa delle restrizioni imposte dalla normativa vigente. La necessaria modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale può essere realizzata adottando rapidamente la proposta presentata nel 2013. Il presidente Jean-Claude Juncker ha dichiarato: "Gli scambi commerciali sono essenziali per la nostra crescita economica e per l'occupazione, ma non dobbiamo essere ingenui. Le norme europee attualmente in vigore si stanno rivelando insufficienti per combattere i danni causati dalla concorrenza sleale proveniente da altri paesi. Alcune industrie dell'UE hanno perso migliaia di posti di lavoro. Non possiamo restare a guardare. Le norme europee di difesa commerciale necessitano di un urgente aggiornamento. La Commissione sta facendo la sua parte, sfruttando al massimo gli strumenti di difesa commerciale a sua disposizione. Non è possibile fare di più nel quadro della legislazione vigente. Abbiamo presentato alcune misure che potrebbero migliorare in modo significativo il nostro margine di manovra. È giunto il momento per gli Stati membri di prendere le decisioni necessarie e dotare la Commissione di strumenti adeguati ad affrontare le realtà attuali del contesto commerciale internazionale." Nella comunicazione intitolata "Verso una politica commerciale solida per l'UE nell'interesse della crescita e dell'occupazione" la Commissione ha illustrato le modalità di applicazione di una nuova metodologia antidumping, che la Commissione intende proporre, intesa ad ovviare alle situazioni in cui non è stata riscontrata la prevalenza di condizioni di mercato, affrontando al contempo le prossime modifiche al quadro normativo dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). L'adozione di tali modifiche, nel rispetto delle norme dell'OMC, consentirebbe all'UE di imporre dazi antidumping più elevati in determinati casi, ad esempio quando vi sono enormi sovraccapacità di produzione nei paesi esportatori. La nuova metodologia antidumping consentirebbe inoltre all'UE di identificare le distorsioni del mercato legate ad interventi statali nei paesi terzi che dissimulano la vera portata delle pratiche di dumping.  L'attuale legislazione UE limita i livelli dei dazi antidumping ostacolando gli sforzi compiuti dalla Commissione per affrontare le sfide che interessano settori - come quello siderurgico - che subiscono le conseguenze dei forti aumenti di volume delle importazioni di prodotti in dumping. Ciò è dovuto all'applicazione sistematica della cosiddetta regola del dazio inferiore. Per poter istituire una misura antidumping, è necessario dimostrare che un paese terzo sta praticando dumping e che esiste un pregiudizio per l'industria dell'UE, nonché un nesso di causalità tra i due elementi. Il livello dei dazi antidumping è quindi stabilito al livello del margine di dumping o al livello che elimina il pregiudizio, a seconda del livello più basso (il "dazio inferiore"). Concretamente ciò significa che, per prodotti comparabili oggetto di dumping e provenienti dalla Cina, come alcuni prodotti piatti di acciaio laminati a freddo, il dazio antidumping medio nell'UE è stato del 21,1% mentre negli USA, che non applicano la regola del dazio inferiore, il dazio antidumping medio è stato del 265,8%. Nelle condizioni attuali, gli strumenti esistenti non sono più adatti allo scopo. La proposta presentata dalla Commissione nel 2013 offre una migliore trasparenza, procedure più rapide e un'esecuzione più efficace degli strumenti di difesa commerciale e modifica l'applicazione della regola del dazio inferiore in determinate circostanze accuratamente definite. Nonostante siano stati presentati possibili compromessi sulla regola del dazio inferiore (adattandola a casi in cui vi sono massicce sovraccapacità e/o distorsioni a livello di materie prime, per esempio nei prezzi dell'energia), finora il Consiglio non è stato ancora in grado di trovare un accordo. Nella sua comunicazione sull'acciaio del marzo 2016, la Commissione ha inoltre suggerito ulteriori idee per abbreviare di due mesi le inchieste di difesa commerciale e per modificare l'attuale metodo di calcolo del profitto di riferimento. La nuova metodologia antidumping si è delineata nel mese di luglio, in seguito al secondo dibattito orientativo tenuto dal collegio per tenere conto dell'evoluzione del quadro giuridico internazionale con l'imminente scadenza di talune disposizioni in materia di calcolo del dumping nei protocolli di adesione di alcuni paesi all'OMC. La proposta non attribuirà lo "status di economia di mercato" a nessun paese ma garantirà che gli strumenti di difesa commerciale dell'UE siano adeguati a far fronte alle nuove sfide e realtà giuridiche ed economiche, mantenendo al contempo un livello equivalente di protezione. La Commissione europea proporrà un nuovo metodo per calcolare il dumping sulle importazioni provenienti da paesi nei quali vi sono distorsioni di mercato o lo Stato ha una influenza pervasiva sull'economia. L'attuazione di questa nuova metodologia prevederebbe un periodo transitorio durante il quale verrebbero mantenute tutte le misure antidumping e antisovvenzioni in vigore e non vi sarebbe alcuna ripercussione sulle inchieste in corso. La Commissione proporrà inoltre un ulteriore rafforzamento della legislazione UE antisovvenzioni affinché in futuro eventuali nuove sovvenzioni emerse nel corso di un'inchiesta possano essere a loro volta oggetto delle indagini e dei dazi definitivi istituiti. La proposta deve essere presentata entro la fine dell'anno 2016.

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